CARATTERISTICHE
. 10 brani
. volantino 24x36 con testi e crediti
. la confezione è un digipack a 3 ante in carta pregiata
Digipack 3 ante, carta artistica speciale Manifestino 24x24 - Data di Uscita: 6/12/2019 - Musica D'Autore/ Indie Rock - Toscana - CD
TRACKLIST
1 Il tempo che brucia sull'asfalto
2 Come per sempre
3 Abbiamo vinto un'altra guerra
4 Fragole
5 Io sono qui
6 Bubù
7 Cadere sola
8 Luna
9 Il silenzio intorno
10 Parole inutili
LISTEN / DOWNLOAD DIGITAL VERSION
DISPONIBILE IN CD E DIGITALE
QUALITA' MADE IN ITALY
Prova Zero è un progetto ideato e prodotto durante tutto il corso del 2018, si è sviluppato dall’idea mia e di Marco di raccogliere e riarrangiare, per le esibizioni dal vivo, alcuni tra i pezzi più significativi del mio percorso artistico degli ultimi dieci anni.Prova Zero è un disco essenziale, realizzato quasi del tutto con lo spirito della presa diretta, proprio per trattenere l’impatto delle canzoni più crude e prive di sovrastrutture; un tentativo di riavvicinarle all’intuizione primitiva della loro origine. Ho incluso un’interpretazione di una canzone di Francesco Motta per confrontarmi virtualmente con un artista giovane, che a mio giudizio è tra le più interessanti espressioni della musica italiana del momento
Tenebroso, intimista, una voce significativamente dark, una stru- mentazione, come lui stesso afferma, volutamente essenziale, privo di postproduzioni e orchestrazioni, per rendere immediata- mente la drammaticità delle sue composizioni, il senso di abban- dono quasi mistico che infondono all’ascoltatore. In questi dieci brani sono raccolti dieci anni di spettacoli dal vivo di Roberto, e quindi rappresentano un summit artistico. Non si può rimanere indifferenti alle sue ballate, alcune davvero molto orecchiabili, vorremmo saperne di più di questo cantautore davvero unico, ma il foglietto interno ci consegna solo i testi e una breve presentazione. Questa scarna purezza ci abbaglia, questo incedere lento e altale- nante ci paralizza, questa voce sofferta e melanconica ci strapazza, alla fine restiamo storditi ed attoniti, di fronte ad un talento (mi- sconosciuto) di primaria grandezza. Non sapevamo che in Italia vivesse un artista in grado di non farci rimpiangere la perduta genialità di Ben Watt. Questa “prova zero” è superata al massimo dei voti. La sorpresa di quest’anno in chiave cantautorale è lui. Loris Böhm - LineaTrad
Roberto Sarno è romano di nascita, toscano di adozione. E in tanti anni di carriera sono numerose le derive artistiche del suo suono, delle forme e delle melodie. L’approdo sicuro per un cantautore come Roberto Sarno par essere oggi l’intimità digitale della sua parola, del suo sentire. E non è un caso che in questo nuovo disco non ci sono inediti ma solo brani che ha scritto nel tempo e che forse oggi deve rivestire in questo suono nuovo per riconoscerseli addosso. Ed è così che con Marco Mafucci costruisce e pubblica questo lavoro dal titolo “Prova Zero”, messo in circolazione dalla RadiciMusic di Firenze in uno splendido digipack dalla grafica preziosa. E sono sensazioni lo-fi di una voce liquida che scivola. E c’è l’omaggio a Motta tra questa inedita estetica per Sarno che decide di fare sua anche un singolo come “Abbiamo Vinto Un’altra Guerra”. C’è una coerenza ed un’amalgama per tutto l’ascolto che pare davvero di ascoltarle per la prima volta queste canzoni… o sentire per davvero, questa volta.
Roberto Sarno, “Prova Zero” brano per brano
Il Tempo Che Brucia Sull’asfalto
La sofferenza delle persone care ci accompagna anche quando si è molto distanti. Ci lacera il cuore, vorremmo essere lì per combattere insieme, per essere di aiuto; non ci si riesce a concentrare sulle cose per le quali si è viaggiato e siamo andati lontano. Poi quando si torna, quando si è di nuovo lì, spesso accade che non si riesca a trovare la sintonia, che non sia comprensibile il motivo di certe azioni, ed è come essere ancora lontani.
Come Per Sempre
Le malattie importanti hanno esito con la morte e presto tardi che arrivi essa è sempre inesorabilmente inattesa. Fantasticare su come sarebbe stato era un tentativo di stemperare la realtà, il dopo non era immaginabile. Ecco perché il tono non rappresenta il vuoto, ma piuttosto il ricordo vivo di ciò che era al momento.
Abbiamo Vinto Un’altra Guerra
Cantare il pezzo di Motta è stato come confrontarsi con un’altra generazione, con un modo di scrivere diverso dal mio, ma non così lontano. Il tema che io ho colto è la resa verso l’incapacità di gestire un conflitto, la paura del giudizio degli altri e il tentativo di chiudersi insieme per l’ultima volta.
Fragole
Un conflitto aperto tra la propria intimità e il mondo circostante, la consapevolezza che alcuni piaceri effimeri non sono che una ricerca convulsa di endorfina, in contrasto con la volontà di trovare soddisfazioni più profonde che alimentino la serenità dell’anima.
Io Sono Qui
È un momento della sera quando la stanchezza della lotta contro la propria debolezza psicologica si fa sentire e si tende a crollare, a cedere il passo al pensiero negativo. Ma è la stessa consapevolezza che apre uno spiraglio di vita. A volte è proprio quando si tocca il fondo che si trova la forza di risalire
Bubù
È la bellezza spensierata dei bambini, dei loro primi attriti con l’esterno, della loro dolcezza, dei loro sogni ad occhi aperti che da adulti facciamo sempre di meno. Se ci fermiamo a osservare i loro semplici gesti ci incuriosiamo e ci apriamo al nostro cuore, rallentiamo e troviamo pace.
Cadere Sola
È la proiezione dell’attimo in cui immagini di essere tradito e ti convinci che non può essere vero. In quell’istante realizzi che la forza delle gioie che hai condiviso e la potenza del tormento dei suoi dolori incollano più del cuore.
Luna
La brutale consapevolezza di una presenza troppo ingombrante provoca un rigurgito incondizionato e istintivo. Successivamente gli spazi si aprono e si può scendere nel profondo, si segue per qualche momento l’infinita attrazione della conoscenza e nell’attimo in cui ci si arrende all’ignoto ci si siede a guardare intorno.
Il Silenzio Intorno
È il richiamo delle cose semplici, degli affetti che riempiono la casa e il cuore. Ma anche lo spazio delle passioni che ci accompagnano nella vita e in particolare nell’intimo delle viscere più profonde. L’istintiva rimozione degli elementi di disturbo ci consente di scavare all’interno dell’io e rilevare che sono proprio quegli intralci ad essere il bello di esistere.
Parole Inutili
In alcune discussioni sarebbe meglio non dare spazio alle parole, sono quei casi dove non ci si ascolta e ogni verbo va verso direzioni incontrollate. Si prova anche ad evadere con lo scopo di ritrovare noi stessi e lasciare che il tempo ripari. Ma alla fine nulla riesce a fare ordine come le stesse parole.
Spesso un cantautore ha bisogno di guardarsi dentro. Soprattutto quando, come Roberto Sarno, hai un lungo percorso alle spalle e arrivi a tirare un bilancio della tua vita. E “Prova Zero” può essere un sunto di quel bilancio, dove cerchi di capire chi sei, cosa ti sta intorno, di scavare dentro a fondo... ma alla fine la soluzione è quella più semplice, lampante, è dentro noi stessi, è in quello che facciamo ogni giorno. Una lotta continua tra felicità e infelicità e in mezzo un lungo cammino fatto di semi da lanciare. Per Sarno sono le sue canzoni, canzoni che ha raccolto negli anni e che ha inserito in questo album prodotto con Marco Mafucci. Dopo diverse band e collaborazioni, Sarno si mette a nudo e rilascia 10 brani, l'uno che rappresenta la continuazione dell'altro, stato d'animo su stato d'animo, sentimenti, emozioni e cuore. Nonostante non sia un ragazzino propriamente detto, Sarno lo si può inquadrare tra quei cantautori indie di oggi, “stanchi”, essenziali, introspettivi. Forse è anche per questo che ha scelto per “Prova Zero” la reinterpretazione di un pezzo di Motta.
“Il tempo che brucia sull’asfalto”: spoglio di tutto, piano e voce profonda “... e infine sono qui con le mani sporche sento il vento che mi scalda già e scende dentro me” con gli arpeggi della chitarra che procedono malinconici verso un finale elettronico dal sound spaziale anni '80 ma testualmente più attuale che mai.
“Come per sempre”: medesimo intro piano e voce con le incursioni questa volta dei synth a lacerare “... lasciami sola qua a declinare l'ombra del mio io di quello che non ho” con gli archi nervosi e una dimensione cupa e ansiogena come qualcosa di “inafferrabile”, come la vita che non manca di farci del male e presentare il suo tragico conto.
“Abbiamo vinto un’altra guerra”: arpeggi e grancassa per la cover di Motta, contenuta ne “La fine dei vent'anni” che Sarno fa sua non solo come sfida (o divario) generazionale, accentuando l'aspetto più folk rispetto al brano originale: “Hai presente quelle volte che vai al letto e non sei stanco, ti passa un treno sopra gli occhi, ti risvegli e sei contento?”.
“Fragole”: un manto elettronico si dipana per tutto il brano “... Sento che non rimane che piangere, perdo sangue o quello che è e mi trovo a piangere” e la chitarra è come se si lasciasse attendere, come se fosse stanca, alla ricerca di qualcosa che possa soddisfarci, di un posto nel mondo. Ma in realtà tutto dipende da noi e dalla nostra forza...
“Io sono qui”: i fiati entrano a dare una carezza ad una chitarra scanzonata, mentre Sarno, con la voce effettata fa “scivolare il pensiero” “... dico cose che non accetto mai, mi trascino giù, tra i miei guai”. Una sorta di proseguo naturale del brano precedente, quella sensazione di essere sopraffatti, di farsi attraversare dai pensieri cattivi, dalla paura. Ma è lì che nasce l'animale che c'è in noi e che ci porta alla sopravvivenza.
“Bubù”: voce tremante e imperfetta, intervenuta a spazzare via gli archi che si insinuano tra l'arpeggio della chitarra e il piano “... la tua vita nel tuo mondo è fantasia, lei vorrebbe volare sola senza guardare giù e nell'intomo sognare ancora” con l'ingenuità dei bambini...
“Cadere sola”: piano e campionamenti creano un tappeto su cui il nostro butta giù un folk d'oltreoceano... “Mi apro e riconosco che non è questo che sei, do un bacio ai miei bambini e torno a chiudermi. Vibra il suono della tomba mia e si diffonde intorno mentre piangi per me che muoio nel tuo cuore”... questo accade quando un amore finisce o acquisisci la consapevolezza che non ti sei accorto che qualcosa non andava in un rapporto.
“Luna”: un pianoforte e voce nudo e crudo per raccontarsi “... Luna ti dico ciao ma ci vedremo ancora” dove ancora una volta l'istinto animale prevale, urla e ulula...
“Il silenzio intorno”: una chitarra per una morbida atmosfera serale, di riflessione, che poi è quella che accompagna tutto il disco. Qui c'è anche un ampio momento musicale con un'armonica molto distorta: “Mi piace quando i figli dormono e il silenzio intorno. Ogni giorno canto solo e lei lo sa, lo sa...”
“Parole inutili”: ricalcando il mood precedente di una guitar arpeggiata, con i synth a dipingere “... esco fuori a nascondere la confusione dei pensieri miei tra la gente che mi evita sento freddo e so che tornerò” e Sarno si “arrende” al tempo, lascia che sia. Pezzo molto dolce e intenso.